infatti fu trasportato dal Messico direttamente in Sicilia, e qui si adattò fin da subito bene, sino a diffondersi in tutta l'isola. In Messico vengono usate anche le pale di fichidindia per essere mangiate e qualcuno usa anche i fiori di ficodindia, che hanno proprietà benefiche, nonché un sapore prelibato.
In Sicilia, ancora in diverse località, si friggono le scorze dei frutti, dopo essere state essiccate al sole. Una buona marmellata di fichidindia non può mancare nelle tavole dei siciliani, non può mancare la mostarda e non può mancare un pezzo di pala, perché è un buon cicatrizzante per lievi tagli o escoreazioni.
Ma il fico d'india come si mangia? Bisogna tagliare le due estremità del frutto di circa 1 centimetro, praticare un taglio in orizzontale ed aprire la scorza a destra e a sinistra. Il fico d'india è un frutto che si lascia mangiare volentieri, soprattutto i fichidindia bastardoni, che sono più dolci e più croccanti. Essi si ottengono dopo aver "scozzolato" i primi fiori. La pianta darà un secondo fiore, ma stavolta il frutto supererà l'estate e si ingrosserà a settembre, offrendo una dolcezza speciale, rispetto al frutto estivo.
Le piante di fico d'india siciliane riescono a vivere sia in climi caldi che freddi, infatti non di rado in Sicilia possiamo assistere a climi invernali rigidi, ma nonostante questo, la pianta dell'Opuntia ficus indica, si è ben adattata anche al freddo. In Sicilia capita spesse volte di vedere piante di fichidindia che crescono sui tetti, grazie ai semi trasportati dagli uccelli.
La contrada Ardichella si trova in territorio di Adrano, su terreni vulcanici recenti, dove tra l'altro si coltiva anche il pistacchio.
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